La mia storia
- ludovicastiglia
- 20 gen 2017
- Tempo di lettura: 4 min

Credevo che sarebbe stato facile ripensare a quei mesi, rivivere quella sofferenza e rivedere con gli occhi della guarigione ciò che è stato...e bene devo confessare che non è così. Ricordo quei mesi con rammarico e sofferenza, ricordo nitidamente tutto e speravo che ricordare non facesse così male! Ancora oggi mi interrogo sul perché, perché proprio io, perché la mia mente ha iniziato a sdragionare vedendo cose inesistenti? Non ho una risposta; potrei dire che è stata colpa di una delusione amorosa, ma so bene che mentirei a me stessa, potrei attribuire tutte le colpe ai miei genitori perché dopo la loro separazione, che risale ad undici anni fa ormai, si sono concentrati chi sulla sofferenza, chi sulla famiglia che si è rifatto dopo, ma anche qui sono sicura che aimé peccherei mentendo a me stessa. La verità è che non so nemmeno io il perché, perché ad un certo punto ho iniziato a sentire inadeguatezza e risentimento verso me stessa, da un giorno all’altro, settimana dopo settimana ho iniziato ad odiare ogni millimetro di me, ho iniziato a pensare che se fossi sparita, se solo mi fossi dileguata, nessuno se ne sarebbe accorto… I mesi passarono inesorabili, più andavo avanti, più ero magra e deperita e più credevo che lo scopo di sparire era lì a pochi passi da me. Speravo di svegliarmi un giorno e scoprire di esser riuscita, silenziosamente a sparire…però ovviamente questo non accadeva e allora il mio rifiuto verso la vita e verso il cibo continuava, oltretutto mi ammazzavo di sessioni di cardio infinite che mi portavano allo sfinimento. Nell’aprile dell’anno successivo, mio padre, accortosi della situazione, decise di portarmi in vacanza per trascorrere del tempo con me e per testare con mano le mie nuove e malsane abitudini. Durante questo viaggio io vissi il periodo più buio della malattia, mi odiavo sempre di più e odiavo anche lui per avermi portata con sé, non volevo andare, non volevo che vedesse come realmente mangiavo e soprattutto non volevo che mi obbligasse a mangiare cibi che mi avrebbero fatto ingrassare. Piansi silenziosamente ascoltando gli intenti dei miei genitori: “se continua così, non potremo fare altro che portarla in un centro e farla ricoverare”. Pensavo che quella fosse solo la soluzione al problema, ma che realmente non avrebbe portato alla guarigione del mio animo, pensavo che volessero solo liberarsi di me, la figlia un po’ ribelle che li stava portando allo sfinimento… il giorno del ricovero non arrivò mai. Tornata dal viaggio mia mamma mi chiese di pensarmi, sapevo di aver perso peso e se non fosse stato così ne sarei stata delusa, delusa da me stessa perché avrebbe significato che in quella piccola vacanza avevo esagerato e quindi di conseguenza sarei stata costretta a restringere; e bene, salita sulla bilancia il peso era di 39.9 kg. I miei occhi si riempirono di lacrime amare, iniziai a sentire le grida di rimprovero di mia madre, ma più di tutti sentii, per la prima volta da tanto tempo, il peso della malattia che gravata su di me, mi sentii debole e scoperta, senza più alcuna difesa, sentii che se nulla fosse cambiato sarei andata incontro a situazioni ben più gravi. In tutto ciò mi resi conto per la prima volta che le mie funzioni vitali, quali il ciclo mestruale, si erano interrotte già da marzo, l’impotenza prese il sopravvento e capii che, se davvero volevo uscirne, dovevo ripartire da me stessa, dovevo lasciare il mondo fuori e ripartire guarnendo il mio spirito. Nei mesi successivi ebbi molti incontri con una psicologa, incontri sicuramente costruttivi, ma che non mi portarono a nulla, se non al raggiungimento di alcuni desideri che da tempo esponeva ai miei genitori. Decisi di non andare più nell’agosto dello stesso anno e decisi di curarmi sola, mi intestardii e sconvolsi totalmente il mio carattere. Per troppo tempo ero stata docile e comprensiva, per troppo tempo avevo anteposto il bene e il volere degli altri al mio, adesso basta! Da quel giorno la lotta si fece sempre più dura, c’erano giorni in cui la voglia di lottare, la voglia di alzarmi e indossare l’artiglieria pesante per lo scontro, era completamente assente, ma poi pensavo che ciò che stavo facendo, lo stavo facendo per me, e allora la voglia tornava viva e scintillante. Oggi, due anni dopo quel giorno, sono qui, qui a lottare, perché ricordatevi che la lotta non finisce mai, si lotta tutti i giorni anche quando sei in fase di guarigione e anche dopo. Non so dove ho trovato la forza, forse in quei 39.9kg o forse nella paura, ma so che oggi guardando le foto che mi ritraggono durante quel periodo non vedo una ragazza forte e in salute come quella che vedo oggi guardandomi allo specchio, vedo solo uno scheletro con in dosso degli abiti, vedo dei buchi in mezzo alle gambe, vedo delle braccia talmente magre da far paura e soprattutto vedo la tristezza negli occhi di quella bambina che lottava. Cosa vedo oggi? Vedo una giovane ragazza nel pieno nella vita, vedo delle forme, vedo un corpo a cui lavoro con allenamento e alimentazione, vedo un bagliore che avevo perso e vedo forza, tenacia e passione…vedo tutto ciò che avevo perso. Il mio carattere è sicuramente mutato, non so se in bene o in male, ma oggi per prima cosa non mi chiedo più : ”ciò che stai per fare, renderà felice gli altri? Cosa penseranno gli altri di te?” ma mi chiedo: “ciò che stai per fare, ti rende felice, ti rende orgogliosa di te stessa?”, so che potreste giudicarmi egoista, ma come ho già detto il giudizio degli altri non è quasi mai benevolo o sincero e quindi non badateci più di tanto, perché alla fine della giornata farete i conti con voi stesse e non con il resto del mondo. Oggi i miei obbiettivi sono tanti, per prima cosa vorrei riuscire ad aiutare chi è nella situazione in cui ero io, e perché non farlo con questo blog…vorrei migliorare sempre di più il mio corpo allenandomi è mangiando, mangiando tanto però, perché sennò il corpo che vorrei avere non lo otterrò mai, e poi voglio concludere la mia giornata pensando che ciò che ho fatto mi rende orgogliosa e fiera.
Ringrazio tutti voi per aver letto fino a qui, so di essere risultata noiosa, ma spero anche di aver aiutato alcuni di voi. Un bacio e non smettete mai di lottare per la vita
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